Pensiero Nuovo

Sfrecciano a bordo di auto di grossa cilindrata, possibilmente “suv”.
D’altronde è nella distanza tra l’abitacolo e l’asfalto la misura del loro ego.
Spesso sono sconosciuti all’anagrafe tributaria: conti correnti in paradisi fiscali e beni mobili ed immobili intestati a società di comodo rette da “prestanomi”.
Non hanno alcun rispetto verso il prossimo tantomeno amore per la propria nazione; sono apolidi dalla nascita e, se la giustizia si “accanisce” contro di loro, diventano nomadi sino alla morte.
Truffa, evasione, riciclaggio, falso in bilancio, corruzione, sono il loro “pane quotidiano”.
Il menefreghismo è la loro religione; il loro motto: “fesso mai!
Non hanno alcun ideale politico: ciò che li spinge a votare è la possibilità di continuare a godere dell’impunità.
Vivono “d’azione”, la medesima che ha permesso loro di arricchirsi, non di rado, a discapito degli altri.
Hanno molti ammiratori, fanno proseliti, a volte scrivono libri.
Ospitati in qualche talk show amano ripetere: “noi ce l’abbiamo fatta!”.
Il loro emblema potrebbe essere un REVOLVER: superfluo spiegarne la ragione.
Leggermente trasandati ma con una trascuratezza “consapevole”, anzi ricercata.
Capigliature in disordine che, a ben guardare, hanno ricevuto più volte “l’attenzione” di un barbiere.
Immersi nei loro utopistici ideali rifuggono ogni tipo di confronto.
Credono di essere avanguardie di una società decadente; delusi “dall’uomo” adulano i loro “dei” rinchiudendosi in un “isolazionismo settario”.
Sovente, frequentano circoli culturali per giudicare, da un ambiente puro, un mondo contaminato.
A differenza dei primi, non mancano di rispetto al prossimo; semplicemente lo ignorano manifestando superbia ed arroganza.
Del resto sono talmente “al di sopra della media” che non perdono tempo ad ascoltare chiunque abbia un parere diverso.
Il loro motto è “nessuno come me!”; dell’ipocrisia hanno fatto una bandiera:
a favore dei più deboli ma attorniati dai più forti, per l’immigrato ma non sotto la propria abitazione, per uno stato sociale che non costi troppo, contro ogni forma di sfruttamento a patto che non peggiori il loro tenore di vita.
Costantemente in malafede, se soccombono nei contradditori che raramente accettano, si difendono con obiezioni pretestuose; una serie infinita di eccezioni che demoliscono regole piuttosto che confermale.
Mai interessati a punti di vista differenti rispetto ai dogmi dalle “élite” di appartenenza, hanno il terrore di poter cambiare idea.
Vivono di teoria, sono “statici” ed “immutabili” come i loro totem.
Hanno un solo orientamento politico: quello che li fa sentire migliori rispetto alla “massa”.
L’oggetto che più li rappresenta è il LIBRO, un bellissimo libro, di quelli enormi, con le scritte dorate e con i caratteri stampati in bassorilievo.
Un testo che impreziosirebbe una qualunque libreria se non fosse per il fatto che non verrà mai letto: un inutile pezzo di carta utilizzato per riempire uno spazio invece di arricchirlo.
Gli uni odiano gli altri accusandosi reciprocamente di essere la causa dello “sfascio nazionale”.
Ben rappresentati da rispettivi schieramenti politici che, irresponsabilmente, continuano a propiziarne i favori, non sanno di essere perfetti complementi del medesimo problema, della stessa degenerazione culturale:
“Libri” e “Revolvers”. I più acerrimi nemici del Rinnovamento.

Massimiliano Miceli

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