Pensiero Nuovo

Mi chiamo Massimiliano, ho una laurea in economia e commercio e sono impiegato presso un istituto di credito.
Il mio interesse per l’attualità, la politica, l’economia, la storia, mi ha dato l’opportunità di fissare in un testo inedito (che per motivi descritti nello scopo del presente blog rimarrà ancora tale) un nuovo approccio alla crisi attuale ed una soluzione tanto semplice e concreta da poter essere quella giusta.
La scarna descrizione offerta, oltre a soddisfare un’atavica ritrosia nel parlare di me stesso, è funzionale a descrivere il punto di partenza di considerazioni maturate a seguito di un approccio interdisciplinare.
Prima di tutto il mio lavoro, senza con ciò svilire tutto il resto, mi ha dato l’opportunità di analizzare centinaia di realtà imprenditoriali che, alla lunga, hanno evidenziato alcune “costanti patologiche” del sistema liberale moderno.
Il vantaggio di lavorare all’interno di una banca, inoltre, mi ha permesso di capire non soltanto le dinamiche che governano il settore finanziario/creditizio ma soprattutto le interazioni tra proprietà, dirigenza e dipendenti, considerazioni quest’ultime applicabili a tutto il mondo del lavoro.
Ciò detto, terminerei qui ogni riferimento alla mia persona poiché credo che “chi sono” sia di gran lunga meno interessante rispetto a “cosa sono diventato”.
Figlio del benessere, come molti della mia generazione, scopro a 35 anni, tra un “bamboccione” ed un “fannullone”, di aver ereditato una pesante ipoteca lasciata da mio padre e forse anche da mio nonno, circostanza quest’ultima che, malgrado la sua gravità, non è all’origine del mio malcontento. Non ho mai creduto, infatti, all’illusione di poter aggirare una naturale legge di compensazione tanto semplice quanto ineluttabile:
Chi vive oltre le proprie possibilità, prima o poi, dovrà pagarne il conto!
Ciò che non tollero, invece, è l’ipocrisia di una classe dirigente (e purtroppo non solo) che, tra una lacrima e l’altra, ancora ha l’impudicizia di lasciarsi andare ad esternazioni di biasimo nei confronti dei più giovani ritenuti, nel migliore dei casi, svogliati e viziati.
Nel loro delirante pensiero, i disagi d’intere generazioni, lungi dall’essere effetto di decenni di ruberie ed inettitudine, divengono la causa prima della crisi attuale.
Mistificazioni, dunque, anzi una vera e propria una beffa per tutti coloro che, confusi e spaventati, cercano di fronteggiare un degrado senza precedenti da cui emerge la necessità di giungere ad NUOVO MODO DI PENSARE congiuntamente ad una NUOVA COSCIENZA COLLETTIVA.
Dall’obiezione di forma appena esternata deriva poi una critica di sostanza diretta a stigmatizzare le contraddizioni di un sistema di potere che, da un lato, si appella al senso di responsabilità dei comuni cittadini per risollevare una nazione allo sbando guardandosi bene, dall’altro, di riconoscere il conseguente diritto di partecipazione a scelte, ancora oggi, delegate ad “incompetenti in età pensionabile”.
Se deve essere la collettività a pagare il prezzo più alto, ognuno di Noi ha il sacrosanto diritto di reclamare maggiore autonomia decisionale nella consapevolezza che, per quanto inadeguati potremmo rivelarci, mai potremo macchiarci delle colpe di chi ci ha preceduto indegnamente!