Pensiero Nuovo

maggio 23rd, 2014
Risvegli

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Giovedì 15 maggio è arrivata la “gelata”: il P.I.L. italiano torna a calare trascinando in picchiata la borsa di Milano e provocando un’impennata dello “spread”.
Del resto, come osservato anche da Renzi, la “crescita” striminzita, registrata nel trimestre precedente, aveva generato entusiasmi eccessivi. A ciò si aggiunga un’ulteriore considerazione: i “dati ufficiali” sono condizionati da chi ha interesse a farli apparire meno brutti di quel che sono. Molte aziende cercano di “aggiustare” i propri bilanci per ottenere liquidità dalle banche che, a loro volta, spesano solo parzialmente le perdite sui crediti per “rassicurare” i mercati.
Anche gli stati, d’altronde, per scongiurare il “commissariamento” del Fondo Monetario e la conseguente “perdita di sovranità”, hanno tutto l’interesse a “pompare” i dati economici. Ne sa qualcosa Mario Draghi costretto, da oltre sette anni, ad annunciare l’imminenza della fantomatica “ripresa”.
Comunque sia, a dispetto di cifre e stime poco attendibili che forniscono decimali per “puntellare” il consenso sociale, l’andamento del debito pubblico, in continuo rialzo verso nuovi massimi storici, ci mette in guardia su un probabile ed imminente fallimento.
D’altronde, l’unica alternativa possibile al disastro è già stata affrontata sottolineando la necessità di tagliare la spesa pubblica, di 200 – 250 mld l’anno, prima che le banche centrali collassino e perdano la possibilità di stampare CARTAmoneta.
Così come è stato evidenziato quanto sia politicamente difficile procedere al taglio drastico di “uscite” che finanziano il “sistema clientelare” da cui trae legittimazione un’imbarazzante “classe dirigente”.
Tutte cose già note ai più, eppure incapaci di suscitare una seppur minima forma di REAZIONE che vada oltre inconcludenti manifestazioni di rabbia o la nascita di movimenti contraddistinti da poche idee confuse.
Buona parte degli italiani, infatti, non si sente coinvolta; ASSURDAMENTE non è interessata a quanto sta accadendo!
Un’ignavia senza precedenti causata dall’aberrazione più grande del sistema liberale, la più subdola e terrificante allo stesso tempo, che relega l’individuo in una dimensione EGOISTICA separandolo irrimediabilmente dagli “altri”.
Quando non siamo soddisfatti del nostro lavoro, cerchiamo un impiego migliore; chi vuole elevare il proprio tenore di vita, prova ad arricchirsi; se il fine diventa vincere l’ambito concorso, il mezzo sta nella preparazione eccellente: nulla di male in tutto ciò se non ci trovassimo ad un passo dal baratro, circostanza che imporrebbe, invece, COESIONE SOCIALE indirizzata al CAMBIAMENTO di regole in luogo di una “solitudine competitiva” alimentata dal loro rispetto.
L’uomo contemporaneo vive il “superfluo” incurante “dell’essenziale”: più virulenta è la crisi più si riempiono i ristoranti, più aumentano i disoccupati più sale la febbre del “gratta e vinci”, più precario sembra il futuro più affannosa diventa la ricerca della salvezza PERSONALE.
A causa dell’oscurantista retorica del sistema liberale viene inibita, in nome del fine privato, ogni forma di sensibilità verso il pubblico interesse che, a prescindere da implicazioni morali, rappresenta l’unico “espediente” per salvaguardare le distinzioni economiche.
Infatti, per lo stesso motivo per cui sarebbe preferibile essere impiegati in Svizzera che imprenditori in una “favelas”, tutti dovrebbero riflettere sull’importanza “dell’ambiente esterno”, in particolar modo chi massimizza il proprio profitto.
Che ci piaccia o no siamo giunti ad un punto dell’umana evoluzione in cui la sopravvivenza della “dimensione individuale” dipende dal livello di collaborazione sociale, costantemente mortificata da ataviche divisioni “culturali” che investono ogni ambito, da quello politico a quello sportivo.
Perdite di tempo intollerabili che ritardano la “riscoperta” del diritto di associazione strumentale al “dovere di partecipazione” alla gestione, non più delegabile, della “cosa pubblica”.
Apriamo gli occhi: è tempo di reagire…………INSIEME!

Massimiliano Miceli

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